AJAX – JUVENTUS 1 – 0 FINALE CHAMPIONS 1973

La finale della 18ª edizione di Coppa dei Campioni si disputò il 30 maggio 1973 presso lo Stadio Stella Rossa di Belgrado tra gli olandesi dell’Ajax, alla terza finale di questa competizione, e gli italiani della Juventus. All’incontro assistettero circa 92 000 spettatori. Il match, arbitrato dallo jugoslavo Milivoje Gugulovic, vide la vittoria per 1-0 della squadra di Amsterdam. I Lancieri vinsero così la terza coppa campioni consecutiva.

La partita

Il match si mette subito in salita per la Juventus, alla sua prima finale di Coppa dei Campioni e già alla vigilia data per sfavorita[2] dinanzi a un Ajax ritenuto dalla stampa specializzata la squadra al tempo più forte del mondo. Gli italiani vanno infatti in svantaggio dopo quattro minuti: un traversone di Horst Blankenburg trova ad attenderlo Johnny Rep, il quale sovrasta il suo marcatore Silvio Longobucco e colpisce di testa, creando una strana parabola a pallonetto che si insacca scavalcando il portiere Dino Zoff.[3]

Il Marakana di Belgrado, stadio sede della finale.
Di lì in poi i Bianconeri provano a reagire facendo uso del contropiede per sfruttare gli spazi concessi della retroguardia amsterdamiana, compensando così in parte le proprie difficoltà difensive – dovute sia alla maggior forza fisica dei rivali, sia agli strascichi di un’usurante stagione che aveva visto i torinesi arrivare in fondo a tutte le competizioni (campionato e coppe) cui presero parte e riuscendo in questo modo a creare tre nitide palle-gol per il pareggio; da par loro i Lancieri, seppur scesi in campo non al meglio e di fatto alla fine di un ciclo, fino all’intervallo riescono a tenere alto il proprio ritmo, trovando la maniera di costruire sul finale di tempo l’occasione più limpida per il raddoppio.

Nella ripresa il gioco si fa più duro, con alcuni interventi sleali da ambo le parti. L’Ajax, a causa dello sforzo compiuto della prima frazione di gioco, fa ampio ricorso alla trappola del fuorigioco per contenere le manovre offensive bianconere. Dopo che olandesi e italiani si spartiscono un paio di occasioni da gol, le azioni diventano meno corali e più individuali, sicché le manovre d’alleggerimento della formazione ajacide – che corre l’unico rischio a un minuto dal termine (la palla-gol più nitida del match dopo la rete di Rep), per uno svarione dell’estremo difensore Heinz Stuy che innesca Pietro Anastasi, e su cui il libero biancorosso Horst Blankenburg salva alla disperata si limitano ad amministrare il vantaggio. Il risultato si protrae quindi invariato fino al fischio finale, quando Johan Cruijff e compagni possono sollevare la loro terza Coppa dei Campioni consecutiva, la quarta di fila vinta da una formazione olandese; per la prima volta dai Blancos degli anni 1950, inoltre, un club torna a monopolizzare per tre edizioni la massima competizione europea per club.

Milan campione. La Juve s’inchina ai rigori (2002/2003)

La finale della 48ª edizione della Champions League fu disputata il 28 maggio 2003 all’Old Trafford di Manchester, che determinò il vincitore della 48ª edizione della massima competizione per club dell’UEFA. Fu la prima finale di Coppa dei Campioni tra club italiani e venne vinta dal Milan che sconfisse la Juventus per 3-2 ai tiri di rigore, dopo lo 0-0 dei supplementari; per la settima volta nella competizione la finale fu decisa dal dischetto. Il Milan ottenne la sesta vittoria nella manifestazione a nove anni dall’ultimo successo continentale, e in totale, per le squadre italiane si trattò della decima affermazione nella competizione.

Il sogno diventa incubo – 6 Giugno 2015

Titolo dell’articolo “il triplete, mettitelo nel c…”
Stagione 2014/2015, la squadra più forte d’europa (hahahahahahaha secondo l’opinione dei suoi beceri tifosi) per una serie di strani turni “benevoli” alle urne dei sorteggi si ritrovano in qualche modo in finale di champions league.

Dopo l’aiuto del caro vecchio Platinì i maialini si ritrovano a cantare per un mese intero “noi andiamo a Berlino,ce ne andiamo a Berlino”

Tifosi juventini carichi: NOI ANDIAMO A BERLINO! NOI ANDIAMO A BERLINO!
Tifosi juventini carichi: NOI ANDIAMO A BERLINO! NOI ANDIAMO A BERLINO!

berlino

Eccoci dunque a Berlino dove ovviamente i “veri marziani” del barcellona stendono senza pietà le speranze dei poveri vermi bianconeri.

Ed è così che per le strade di Milano, Torino,Napoli,Roma ma praticamente nelle piazze di tutta italia iniziano i festeggiamenti per la meritata vittoria del Barca.

neumarrrr
L’ITALIA E’ IN FESTA.

 

Amburgo – Juventus 1 – 0 Finale di champions 1983

Il dominio britannico in Coppa Campioni viene interrotto dai tedeschi dell’Amburgo, che nella finale di Atene battono la Juventus di Platini e Boniek, realizzando una delle più grandi sorprese nella storia di questa coppa. Le basi per la costruzione della squadra sono state poste nel 1977 con l’arrivo di Kevin Keegan. Nel gennaio del 1978 ha assunto il ruolo di general manager l’ex centrocampista del Borussia Mönchengladbach, Gunther Netzer. Si deve a lui la costruzione della squadra che attorno a Keegan, anno dopo anno, è cresciuta vistosamente. Keegan ora non c’è più, ma gli arrivi dopo la vittoria del campionato ’78-79 di Hrubesch, Hartwig, Bastrup, Von Heesen e, in seguito, del grande tecnico austriaco Happel sono stati fondamentali per l’approdo ai vertici.

Dopo due secondi posti consecutivi alle spalle del Bayern, l’Amburgo ha di nuovo vinto la Bundesliga. Due turni relativamente facili con Dinamo Berlino e Olympiakos spianano la strada verso i quarti, dove i tedeschi incontrano la Dinamo Kiev di Blochin. Una impressionante prova di forza in Unione Sovietica coronata dalla tripletta dell’ala sinistra Lars Bastrup mette al sicuro i tedeschi. La sconfitta interna 1-2 non pregiudica il passaggio in semifinale, dove gli uomini di Happel se la vedono con la Real Sociedad. Nel frattempo i quarti risultano fatali alle squadre inglesi: sia Aston Villa che Liverpool vengono eliminati.

L’andata delle semifinali, nei Paesi Baschi, finisce 1-1 e il ritorno al Volparkstadion è vibrante. L’Amburgo, sulla carta favorito, bombarda inutilmente la porta dell’estremo difensore basco Arconada. Gli spagnoli, privi di quattro titolari, si prodigano al massimo, corrono molto e nell’ultimo quarto d’ora sfiorano la beffa. L’Amburgo va in vantaggio con il gigante Jakobs di testa, ma pareggia subito Diego. Con i supplementari dietro l’angolo Von Heesen a tre minuti dalla fine sferra il colpo decisivo. Ernst Happel è il primo allenatore a giungere in finale di Coppa dei Campioni con tre squadre diverse: Feyenoord ’70, Bruges ’78 e appunto Amburgo ’83.

Ad Atene i tedeschi trovano una Juventus sospinta dal tifo di 40mila italiani e dai favori del pronostico. Invece, dopo un colpo di testa iniziale di Bettega deviato da Stein in corner, l’Amburgo passa con un gran tiro di Magath dal limite che beffa Zoff. La Juve ha tempo davanti a sé ma non riesce a recuperare, soprattutto perché il mastino Rolff cancella dal campo Platini, mentre Paolo Rossi, capocannoniere del torneo, è in una serata di luna storta.

(14/05/2000) Perugia-Juventus 1-0 **VIDEO**

 

Lo scudetto della Juve finisce sott’ acqua.

Diluvio a Perugia, il secondo tempo inizia con 60 minuti di ritardo: Calori regala il sorpasso alla Lazio .La squadra di Ancelotti paga la stanchezza, gli umbri decidono il sorpasso laziale. Lo scudetto della Juve finisce sott’ acqua. – Insolito, crudele, ma soprattutto regolare. Anzi, finale regolarissimo e con l’ arbitro Collina migliore in campo.