“Gli arbitri potranno parlare”. Addio ad un tabù, finalmente


rocchiFinalmente un tabù viene rotto: gli arbitri potranno parlare. Lo ha annunciato oggi il n.1 dell’Aia, Marcello Nicchi, in occasione della trasmissione “Gr Parlamento-La politica nel pallone”, condotta da Emilio Mancuso. Nicchi ha spiegato la svolta: “Non ci siamo lontani. Manca un passaggio, dobbiamo continuare a smorzare ogni polemica inutile: la prima cosa da rimuovere è che possano parlare prima che si sia espresso il gudice sportivo, senza inferferire sulle sue decisioni. Dalla prossima stagione si può cominciare di sicuro, in via sperimentale, in alcune partite”. Sinora gli arbitri non potevano spiegare le loro decisioni, erano obbligati al silenzio: ma per fortuna il clima è migliorato, ci sono meno polemiche, i tempi dei dossier sono lontani. Ragazzi intelligenti come Rocchi, Tagliavento, Rizzoli, Irrati e tanti altri potranno spiegare (in tv?) cosa hanno visto in campo e perché hanno preso una certa decisione. E magari potranno ammettere anche di aver sbagliato. Le immagini non sempre aiutano. Meno convinto Nicchi quando si parla di estendere la tecnologia: in occasione della riunione dell’International Board di fine settimana si dovrebbe dare il via libera agli esperimenti (e l’Italia si è già fatta avanti) per andare oltre all’occhio di falco. Una specie di moviola, anche se ci vorranno anni, almeno tre-quattro, prima che possa essere adotta. Ma il nuovo padrone della Fifa, Infantino, è a favore di un’estensione della tecnologia.”Attenzione a non confondere la tecnologia con la moviola- ha detto Nicchi-. Se vogliamo parlare di tecnologia da applicare, se ne può parlare per vedere se la palla è uscita dal fondo o dal fallo laterale; si può applicare alla linea del fallo da rigore per vedere se un fallo è avvenuto dentro o fuori l’area, ma solo a tutte le situazioni di gioco fermo, perché si può chiedere alla tecnologia se un fallo è dentro o fuori l’area, ma non se è o meno fallo”. Per il capo degli arbitri italiani è meglio puntare subito su altre cose: ribadisce infatti la sua contrarietà all’espulsione del portiere in caso di fallo in area su chiara occasione da rete, a meno che non sia particolarmente violento: “Sono stato un precursore, quando parlai con Buffon convenii che andava eliminata questa schifezza. Ogni volta, invece, hanno detto di no, e così siamo costretti a cacciare il portiere che prende rigore, lascia in dieci la squadra e sarà squalificato per la prossima gara. C’è solo da fare questa modifica ma ci sono ancora delle opposizioni”. Infine, Nicchi chiede all’Ifab maggiore ‘chiarezzà sul fuorigioco: “Abbiamo degli assistenti che sono dei fenomeni, vedono delle cose con una concentrazione ed una velocità tale come nemmeno una macchina sa fare. Deve essere semplificato, oggi è complicato e noi facciamo i miracoli per sbagliare il meno possibile”. Ora non c’è più Blatter, speriamo in bene. Speriamo in Infantino.

Abete conferma:”Non mi ricandido alla Figc. Ma non mi limiterò ad assistere…”
Giancarlo Abete conferma: non si candiderà alla presidenza dell Figc, il prossimo anno (vedi Spy Calcio del 28 febbraio). “Non mi renderei disponibile. Già nel 2013 dissi che sarebbe stato il mio ultimo mandato e chi mi conosce sa che sono abituato a rispettare gli impegni che prendo. Questo non significa che mi limiterò ad assistere, continuerò a svolgere il mio ruolo di politica sportiva e intendo farlo anche in occasione del rinnovo della presidenza”. Abete è l’italiano che al momento ha la più alta carica internazionale nel calcio (vicepresidente Uefa) e spera di essere rieletto il prossimo anno. Ma serve l’appoggio forte della Figc: a meno che Tavecchio stia pensando ad altre soluzioni (o ad altre persone…).

Roma 2024, la Raggi (Movimento 5S) contraria:”Grande mangiatoia”
Il destino della candidatura di Roma 2024 dipenderà anche dalle elezioni amministrative di giugno. Vero, che l’assemblea capitolina ha già detto di sì, così come il Parlamento a larga maggioranza, ma un sindaco contrario creerebbe non pochi problemi a Malagò-Montezemolo.Virginia Raggi, candidata del Movimento 5 Stelle a sindaco di Roma, è stata chiara. “Le Olimpiadi-ha detto in un’intervista al Tempo-sono un regalo economico a una città che spesso viene usato per costruire grandi opere che restano incompiute o, più in generale, come una grande mangiatoia. Io sono contraria, penso che prima vada risistemata la città. Bisogna concentrarsi sull’ordinario. In ogni caso informeremo i cittadini dei costi e dei rischi delle Olimpiadi”. Anche l’avvocato Raggi, quindi, è favorevole ad un referendum come i Radicali, la Sinistra Italiana e la Lega Nord. I candidati del Pd, così come Marchini, sono invece a favore di Roma 2024.

Fonte: Repubblica.it