Macalli ad Agnelli: «La tua famiglia ha spolpato l’Italia»

Gala' Oscar del calcio Aic 2009

MILANO – “Quando io vado a lavorare, produco e pago le tasse, lui e la sua famiglia fino a oggi hanno spolpato l’Italia”: così il presidente della Lega Pro Mario Macalli ha commentato le dichiarazioni del presidente della Juventus Andrea Agnelli. “Cerchiamo di offendere meno, a nessuno é permesso – ha detto Macalli alla presentazione del Calciomercato – non sono unti dal Signore, hanno solo il cognome e senza quello, forse forse, andrebbero in un tornio ogni mattina e vediamo quanti pezzi producono in un’ora. Io mangio a casa mia. Non vado a mangiare con i soldi del governo italiano”.

LA PRESIDENZA FIGC – “Chi ha un programma si presenti, lo dica apertis verbis e venga a prendere i voti. Gli scienziati atomici che sento parlare non ci fanno paura”: così é intervenuto nel dibattito sulla presidenza della Federcalcio il presidente della Lega Pro Mario Macalli, che sostiene la candidatura del presidente della Lnd Carlo Tavecchio, attaccato ieri dal presidente della Juventus Andrea Agnelli e dall’ad del Milan Barbara Berlusconi. “Sento nomi sparati a vanvera, così tanto per fare. Se gli dai un bicchiere, forse forse quei signori fanno una O, se ce la mettono tutta” ha detto Macalli. “Mi auguro che un giorno queste persone si siedano a parlare con noi che abbiamo le badanti e vediamo – ha detto Macalli a margine della presentazione della nuova sede del calciomercato organizzato da Infront e dall’ Associazione italiana direttori sportivi -. Quelli che hanno bloccato il calcio italiano fanno giocare il 60% di stranieri nelle loro squadre, e il 90% sono pippe. Parlano di squadre B, ma quanti giovani hanno tirato fuori dai loro vivai? Da me non farebbero nemmeno i portinai”. In vista dell’assemblea per l’elezione del presidente della Federcalcio, Macalli ha chiarito che le società di Lega Pro “voteranno secondo la loro volontà ma come presidente ho il dovere di dire loro cosa penso. E poi i clown e ballerine assunti dalle tv devono smettere di offendere”.