Amburgo – Juventus 1 – 0 Finale di champions 1983

Il dominio britannico in Coppa Campioni viene interrotto dai tedeschi dell’Amburgo, che nella finale di Atene battono la Juventus di Platini e Boniek, realizzando una delle più grandi sorprese nella storia di questa coppa. Le basi per la costruzione della squadra sono state poste nel 1977 con l’arrivo di Kevin Keegan. Nel gennaio del 1978 ha assunto il ruolo di general manager l’ex centrocampista del Borussia Mönchengladbach, Gunther Netzer. Si deve a lui la costruzione della squadra che attorno a Keegan, anno dopo anno, è cresciuta vistosamente. Keegan ora non c’è più, ma gli arrivi dopo la vittoria del campionato ’78-79 di Hrubesch, Hartwig, Bastrup, Von Heesen e, in seguito, del grande tecnico austriaco Happel sono stati fondamentali per l’approdo ai vertici.

Dopo due secondi posti consecutivi alle spalle del Bayern, l’Amburgo ha di nuovo vinto la Bundesliga. Due turni relativamente facili con Dinamo Berlino e Olympiakos spianano la strada verso i quarti, dove i tedeschi incontrano la Dinamo Kiev di Blochin. Una impressionante prova di forza in Unione Sovietica coronata dalla tripletta dell’ala sinistra Lars Bastrup mette al sicuro i tedeschi. La sconfitta interna 1-2 non pregiudica il passaggio in semifinale, dove gli uomini di Happel se la vedono con la Real Sociedad. Nel frattempo i quarti risultano fatali alle squadre inglesi: sia Aston Villa che Liverpool vengono eliminati.

L’andata delle semifinali, nei Paesi Baschi, finisce 1-1 e il ritorno al Volparkstadion è vibrante. L’Amburgo, sulla carta favorito, bombarda inutilmente la porta dell’estremo difensore basco Arconada. Gli spagnoli, privi di quattro titolari, si prodigano al massimo, corrono molto e nell’ultimo quarto d’ora sfiorano la beffa. L’Amburgo va in vantaggio con il gigante Jakobs di testa, ma pareggia subito Diego. Con i supplementari dietro l’angolo Von Heesen a tre minuti dalla fine sferra il colpo decisivo. Ernst Happel è il primo allenatore a giungere in finale di Coppa dei Campioni con tre squadre diverse: Feyenoord ’70, Bruges ’78 e appunto Amburgo ’83.

Ad Atene i tedeschi trovano una Juventus sospinta dal tifo di 40mila italiani e dai favori del pronostico. Invece, dopo un colpo di testa iniziale di Bettega deviato da Stein in corner, l’Amburgo passa con un gran tiro di Magath dal limite che beffa Zoff. La Juve ha tempo davanti a sé ma non riesce a recuperare, soprattutto perché il mastino Rolff cancella dal campo Platini, mentre Paolo Rossi, capocannoniere del torneo, è in una serata di luna storta.